L’intreccio delle braccia
ricama l’aria
divaria
in salti silenziosi.
Il pavimento
geme
e i passi
sono tonfi di sassi in acqua.
L’applauso scoppia.
Occhi,
sui denti, di fuoco.
Cobalto e rosso
i colori del gioco.
[Antonio Barolini,1959]
Una delle rare poesie sul basket la dobbiamo a un poeta veneto, vicentino per l’esattezza, che negli anni ’50 del Novecento si trasferisce negli Stati Uniti, paese di origine della moglie, a Croton on Hudson, Stato di New York. La pallacanestro d’oltremare lo ispira come il calcio dei Rosso Alabardati fa con Saba a Trieste. La poesia di Barolini compare nel volume Le Elegie di Croton, pubblicata nel 1959, raccolta che gli vale il premio Bagutta.
I versi del poeta vicentino mi rimbalzano tra i pensieri come i palloni che i lunghi dei Belk U13 contendono sotto canestro agli avversari dell’Aurora, palloni che saltellano prima sul ferro arancione e poi sulle mani protese. L’intreccio delle braccia di Marcello (4punti), di Zac (4p) e di Teo Zanconti ricama l’aria del Boccioni. Soprattutto e sopra tutti, divaria in salti silenziosi Nico Angelucci (12punti).
Eleggiamolo subito man of the match e ci togliamo un pensiero. Direte voi che il 96 in maglia blu cobalto di punti ne segna ancor di più, 19 dei 32 messi insieme dall’Aurora; ma, portare la propria squadra alla vittoria non è solo una questione di punti.
Uri segna 12 punti, commette 4 falli, gioca con intensità, tecnica e determinazione. L’applauso scoppia.
Per fare i punti dell’Ambrosi, così si chiama il giocatore che ha tenuto in vita l’Aurora, ci vogliono Rich (8p) Giogi (5p) e Tommi (6p) messi assieme. Gli occhi (del pubblico) sono sui denti, di fuoco che i nostri tre tirano fuori, ringhiando su ogni palla che contendono all’avversario.
Il pavimento del Boccioni, che avrebbe bisogno di una pulita, geme e i passi di Pie’t (2p), Gullo, Giulio (2p), Ioio (2p) e Artù sono tonfi di sassi in acqua quando si lanciano nei non rari contropiedi, molti dei quali meriterebbero miglior fortuna. La partita si avvia alla sirena con una dozzina di punti di vantaggio per i Belk. Dalla panchina, quel capopolo di Tito invoca in campo, a gran voce, cinque leoni. Io vedo lupi, aironi, falchi, canguri e polpi che nelle contese intrecciano i tentacoli sulla palla e non la mollano più.
Parziali: 8-5; 12-8; 14-8; 11-11.
Tabellini: Angelucci 12, Genchi 8, Brambilla 6, Lo Presti 5, Cantù 4, Schiavo Iemi 4, Anfossi 2, D’Ercole 2, Sala 2, Contessi, Martino, Zanconti.