U13: Con un po’ troppi patemi. Pall.Milano-Basketown 48-81

DELL’ARTE DEL RIMBALZO (parte prima)

“Il rimbalzo
è l’arte
di anticipare,
d’essere sempre pronti
ad afferrare.
E mai, mai
la palla
cadere
devi lasciare ”
[Kwame Alexander, The Crossover, 2019]

L’intreccio delle braccia, si diceva, l’arte di anticipare l’avversario e strappare la palla a rimbalzo; e mai, mai lasciar cadere la palla, raccomanda Kwame Alexander in The Crossover, una storia in versi di basket e fratellanza narrata a ritmo di trap.

Durante il secondo dei due time out chiamati da Nicoach Bo nella sesta di campionato, lo sentiamo tenere una lezione sul rimbalzo: se ti lanci verso il canestro per infantile istinto – dice il Coach -, magari anticipando il tuo avversario, la palla potrebbe rimbalzare irraggiungibilmente alta e oltrepassarti: la cattiva valutazione della parabola discendente, unita alla pressione esercitata dell’avversario alle tue spalle renderebbe vano il tuo saltare; meglio arretrare a piccoli passi, o più correttamente rinculare, tagliando fuori l’avversario; se la parabola sarà alta, avrai modo di afferrare la palla, se sarà corta, avrai lo spazio per protenderti in avanti e anticipare il tuo rivale.

Tecnicismi da parquet direte voi; non solo, dico io: s’intuisce la metafora. Un po’ di sano attendismo nella vita non guasta. In alcune occasioni gettarsi in avanti paga, in altre no. I nostri lunghi stanno imparando l’arte del rimbalzo, che implica fisico, agilità, colpo d’occhio, tempismo, e una certa dose di fortuna. Dove il ferro indirizza il pallone, non è prevedibile a priori. Dove e quando la vita ti offre delle opportunità, non sempre è dato sapere.

Sin qui, nel corso del campionato, siamo stati un po’ deboli nell’esercizio di quest’arte. Negli anni passati i rimbalzi sono stati appannaggio del giocatore più intuitivo invece di quello più alto. Un ‘piccolo’ che saltava al momento giusto aveva la meglio su un pindolone meno capace di leggere le imprevedibili traiettorie del rimbalzo. Oggi è diverso, i lunghi hanno un vantaggio difficilmente colmabile per un play.

Gran parte del successo, in ciascuna delle diverse giocate che costituiscono questo gioco, risiede nella velocità e precisione di esecuzione, e nella capacità di prevedere l’evoluzione dell’azione con uno o due tempi di gioco d’anticipo. Nel rimbalzo, però, la casualità ha il suo peso.

A Corsico, sul campo della Pallacanestro Milano 1958, sono troppo preso dallo spettacolo per mettermi a compilare il tabellino dei rimbalzi, degli assist e delle palle conquistate ma ho l’impressione che la maggior parte dei rimbalzi sia dei Belk. Perciò – mi dico – giustamente il coach passa a un livello più avanzato d’insegnamento in previsione di partite più impegnative e avversari più preparati. Oggi mi pare che a rimbalzo spicchino Tia e Marcello, ma anche Tito e Teo.

(Parte seconda)

Sfrigola il campo.
Pioviggine di sudore.
Smetti di tremare
Oggi devi segnare

[Kwame Alexander, The Crossover, 2019]

Friggono di speranza e voglia di riscatto i Belk, squittiscono le scarpette sul linoleum.
Lampi di sguardi anticipano le traiettorie della palla alla ricerca del compagno libero di ricevere e di andare a canestro. E se il tiro non va a segno, scattano le gambe e si protendono le braccia per anticipare la presa.
Dopo tre vittorie e due sconfitte, la trasferta a Corsivo si rivela incerta e piena d’insidie. Ma non impossibile.

Apre le marcature Teo Zanconti (4 pnt a referto) e subito lo seguono Richi Genchi (6 pnt), Tommi Brambilla (8) e Tia (4).
Menano i corsichesi e ai nostri manca il Capitano. Confidano i Bianchi nella protezione della patrona della città, la Madonna della Cintura, e in quella dell’arbitro che non sempre fischia quando padroni di casa cinturano gli ospiti da dietro; sul tabellone però compaiono solo i falli dei Belk.
“Scusi signora arbitressa – alza cortesemente il ditino il nostro beneducato Coach – vorrei rispettosamente sottoporle una domanda sui criteri arbitrali da lei adottati….”.

(Parte terza)

Datti da fare
Spingi la macina
Corri veloce
Cambia perno
Segui il tiro
Mira al canestro
Lavora bene
Vivi meglio
Gioca duro
Allenati
ancor più
duramente

Poi, è Giogi Show con un parziale di 7 punti, 6 su azione e 1 su tiro libero (15 alla fine i punti per Giogi). Ancora Tommi, Nicocarbone (18) e, a chiudere, il primo volo dell’Airone (12). Man mano che il conto dei falli si mette in pari, si spariglia quello dei punti. Prendono il largo i Belk, chiudono il primo quarto in vantaggio di dieci, e altri dieci li aggiungono nel secondo quarto, quando sulla scena dell’area avversaria si avvicendano con successo Nicocarbone, Tommi Brambilla, Gullo (2), Marco (3), Marcello (12), Richi e Seba (7). Per non dire dello stoppone difensivo di Tito (2) sul capitano avversario, che risuona nell’arena come l’eco di uno schiaffo.

(Parte quarta)

Basketball Regola #1
“Nell’imprevisto gioco della vita
si gioca in famiglia la partita.
Il tuo cuore è la palla ambita.
Non importa se sei un lampo,
Non importa quanto sei stanco,
Lascia il cuore tuo sul campo.”

[Kwame Alexander, The Crossover, 2019]

Il momento critico e topico è il momento di Seba. I corsichesi sono risaliti pian piano nel corso del terzo quarto. I nostri hanno perso smalto e punti. Tra la fine del terzo quarto e l’inizio dell’ultima frazione inanelliamo un parziale negativo di undici punti.
Siamo fermi a sessanta. Nessuno dei nostri segna più. Il ritmo di pulsazioni della palla nelle mani dei Belk si abbassa, come quello del cuore di una persona disamorata. Fino a quando Seba si chiede se nell’imprevisto procedere della partita non tocchi proprio a lui rianimare il cuore della squadra. Nel giro di una decina di secondi segna due canestri e mette una palla pulita, pulita nelle mani di Nicocarbone che segna. Giusto il tempo di consentire a Marcello di tornare a volare e depositare a canestro due liberi e un tiro da due, che Nicocarbone si prende la scena e con una sequenza di quattro tiri su quattro s’incorona miglior realizzatore con diciotto punti.
Cuore o palla che sia, Tito (2) lo infila nella retina per fare cifra tonda. Il punto di Marco su tiro libero è anche quello che chiude la partita e questa storia.

P.S.: No, non mi sono dimenticato di Simo secondo per savoir-faire solo al suo Coach. Sulla panchina avversaria sedeva una delle sua insegnanti di scuola. Lui ha messo in campo la capacità di comportarsi – come da Treccani – nel modo più adeguato nelle varie circostanze: accortezza, tatto, prudenza e profilo basso. 
Sai mai che la proff…