U13: A Morning Love. Basketown-Ardens Sedriano 59-36

“In ‘An afternoon love’, è un giocatore di basket con la sua palla a lasciarci immaginare una miriade di nuove possibilità relazionali tra un uomo e un oggetto inanimato: possibilità relazionali tanto complesse al pari di quelle che possono scaturire tra due persone. Una palla può stare ferma, immobile, oppure in balia di un palleggio oppure ancora punto di appoggio per il giocatore, fedele compagna nei momenti di massimo sforzo e in quelli di riposo.”

[Ileni Carrone, L’ultima volta di Pathosformel, Doppiozero, 2014, recensione al Teatro di Daniel Blanga-Gubbay e Paola Villani]

Gli oggetti inanimati, si sa, si animano in virtù di quella facoltà umana chiamata animismo magico che i bambini esercitano in sommo grado e che non tutti, da adulti, conservano. Tra i fortunati che lo fanno, elencherei i poeti, i folli e i giocatori di basket. A quest’ultima classe spesso appartengono individui che sono annoverati, o potrebbero esserlo facilmente, nelle prime due.

L’animismo è un dono divino, dacché è proprio l’atto di soffiare nella creta modellata a forma d’uomo che conferisce anima a ciò che era inanimato. Il bambino possiede la capacità di dar vita alle cose. In ciò sta la sua onnipotenza. L’onnipotenza infantile ci affascina perché noi adulti sappiamo di averla posseduta e perduta, ceduta in cambio della conoscenza, bene altrettanto potente quanto effimero.

I giocatori di basket mantengono la capacità di animare le cose, soprattutto la palla. Di per sé la palla è un sacco vuoto, ma il giocatore di basket le soffia dentro l’anima e la palla prende vita. Per il giocatore di basket la palla non è uno strumento per giocare, è il compagno di gioco. Un compagno, o compagna, non sempre fedele, facile a lasciarsi sedurre dalle lusinghe dell’avversario.

La partita giocata in casa contro gli ardenti giocatori di Sedriano non sembra essere divampata come un incendio, se è vero, come testimonia il referto, che a metà partita il numero di canestri era modesto per entrambe le formazioni.

Alla partita non ero presente perciò il mio commento è essenzialmente un’esegesi critica del referto. E, il referto dice che qualcosa è successo durante l’intervallo lungo. Nel corso del primo tempo pure i Coach devono essersi assopiti se, nonostante l’andamento lento, non hanno sentito il bisogno di utilizzare entrambi i time out a disposizione per dare una strigliata motivante ai ragazzi.

Nello spogliatoio, invece, qualche parola deve essere stata spesa per risvegliare nei Belk la capacità di immaginare una miriade di nuove possibilità relazionali con la palla, fino a quel momento oggetto inanimato e da lì in poi animatissima e fedele compagna nel momento di massimo sforzo. Fedele compagna per Teo (10pnt) e per Nicocarbone (22pnt), ma soprattutto per chi li ha innescati sussurrando alla palla le traiettorie da seguire.

I bambini, si sa, per animarle, intrattengono con le cose suadenti e passionali conversazioni. Una parolina o due con la palla devono averla scambiata anche Ric (7pnt) e Giogi (6pnt), Marco (4pnt), Seba (2pnt), Pietro (2pnt) e Greg (2pnt).

Mi piace pensare che all’inizio del terzo quarto un colpo di fulmine sia intercorso tra Capitan Nico (4pnt) e la palla a spicchi. Il risultato del terzo quarto è eloquente 24 a 11. Per ogni due punti dei nostri un solo punto dei rivali. I primi quattro sono proprio di Uri (veniale refuso sul referto: 13 invece di 93).

La palla innamorata, per usare l’espressione di Jorge Amado, animata dal nostro Capitano (4pnt) ha poi vissuto un’appassionata relazione col bel Teo (+8 il parziale), per finire nell’ultimo quarto, a far coppia fissa con quel fatalone di Nicocarbone (+14pnt il parziale!).