U13: Il tempo spazzatura (e il tempo ben speso) Magenta-Basketown 67-34

“Il tempo spazzatura – garbage time – è la definizione coniata dal radiocronista americano Chick Hearn ed è usata soprattutto nel basket. Il tempo spazzatura comincia a pochi minuti dalla fine di un incontro ormai deciso, irreversibile, gli allenatori schierano le riserve, coloro che mai giocherebbero con la partita in equilibrio. I titolari siedono in panchina, gli inservienti posano asciugamani sponsorizzati sulle spalle dei titolari, i preparatori atletici li preservano da infortuni, l’allenatore della squadra sconfitta lancia ai propri giocatori un avvertimento: la panchina potrebbe essere il vostro futuro prossimo.”
[Giorgio Falco, La svalutazione competitiva, Doppiozero, 2014]

Ammetto che dopo la debacle nel terzo quarto (parziale negativo per i Belk di 21 punti e divario che raggiunge i -30) mi sarei aspettato un quarto tempo affascinante come un bidone dell’umido che non viene ritirato da una settimana, per stare alla metafora di Chick Hearn citata da Giorgio Falco.
Invece, entrambe le squadre hanno onorato il gioco, il campo e il debito contratto con la stima di sé, oltre quello con il pubblico. Penso che questo sia il segno della differenza tra due mondi paralleli che si vorrebbero alternativi, l’uno ineluttabilmente destinato a dissolversi nell’altro: il primo pervaso dal ludico piacere delle cose fatte per il gusto di farle (bene), il secondo ingrigito dall’opprimente senso dell’interesse delle cose fatte in funzione di uno scopo altro; se il secondo fine non è più raggiungibile si perde interesse anche per quello primario.

Ho avuto il sentore che i Belk ci tengano a dimostrare che se vanno in campo è per giocare, per divertirsi e per continuare a crescere. Certo, nel terzo quarto gioco e divertimento sono stati appannaggio dei soli Magentini che hanno tirato fuori dal cilindro le qualità che ci si aspettava ma che nei primi due quarti erano state contenute, se non inibite, dalla solidità della nostra difesa. L’avvisaglia di cosa fossero capaci i padroni di casa, in realtà, si era avuta alla fine del primo quarto, quando sull’undici a sette per loro e due possessi palla appena sprecati dai nostri, Borsani, maglia nera 58, infilava una tripla a tre secondi dalla sirena. Invece di andare in panchina a mezza ruota dagli avversari ci siamo trovati con metà dei loro punti sul tabellone. Brutto colpo.
Alla seconda sirena il divario era di poco aumentato, da meno sette a meno nove. Il parziale di 10 a 8 per gli ospiti ospitanti diceva e dice che lo scarto è minimo. Invece, il parziale del terzo quarto dice che tra le due squadre la differenza c’è, eccome, nel gioco di squadra e nella tecnica individuale; per dire, dalle mani di Pastori, maglia nera 19, sono uscite altre due triple. Chapeau.

Ai nostri manca il tiro, si rumoreggiava sugli spalti, sia nel senso che tiriamo meno, sia per dire che dalla distanza non la infiliamo nella retina. A dir la verità qualche tentativo lo abbiamo visto, come quello di Tito da tre nel primo quarto, ma è giusto che per il momento le priorità siano altre. Ci sono fondamentali da consolidare, automatismi da certificare, talenti da sviluppare. Il nostro coach guarda lontano. Il campionato è ancora lungo. Tra quindici giorni si ritorna in campo al Boccioni contro Settimo Milanese e poi si chiude il girone di andata a Cornaredo. C’è modo e margine per migliorare.

Perciò, il quarto tempo non è stato tempo sprecato, né riciclato. Nonostante il risultato fosse ormai deciso, la partita non si è trascinata in attesa della sirena finale; si è giocata a campo aperto, canestro dopo canestro, in sostanziale equilibrio, permettendo a Piet (parziale +2pt), Gullo (parziale +4pt) e Nicocarbone (parziale +9pt!) di ritrovare la via del canestro. Grazie ragazzi!

Parziali: 14-7; 10-8; 27-4; 16-15.

Tabellini: Carbone 11, Contessi 6, Brambilla 6, Zanconti 5, Anfossi 4, Genchi 2