U13: Enrico non si chiama Enrico, e gioca a Sedriano con la maglia 58

“Enrico aveva i capelli ricci lunghi sempre spettinati. Non era un bambino sportivo ma aveva deciso lo stesso di provare con la pallacanestro. Quando c’era suo padre a vederlo durante gli allenamenti o in partita, a ogni canestro che infilava gli sorrideva, facendo ok con il pollice.”
[Daniele Garbuglia, La vita privata, Ed. Casagrande di Bellinzona, 2018]

Enrico non si chiama Enrico ma Fabio (18 punti). Ha i capelli ricci lunghi e spettinati. Veste la maglia bianca numero 58 e semina scompiglio tra le fila dei Belk. A vederlo durante la partita ci sono mamma e papà, e a me è pare di scorgerlo spesso girato verso il pubblico. Apre lui la festa degli Ardenti di Sedriano con un libero, e con un libero chiude il primo quarto, agguantando i Belk sul dieci a dieci.

Non partono male i nostri. Subìto il punto sul libero, si portano sul 1 a 4 con Teo (12pt) e Marco (15pt!), lasciando intendere che potrebbero prendere in mano la partita. Invece, due errori, mi par di ricordare ingenui, rilanciano i padroni di casa. Ancora sopra sul 3 a 6, sempre con Teo, ma subito sotto, 7 a 6. Di nuovo sopra con due bei canestri di Tommi (12pt) e poi, s’è detto, pareggio alla prima sirena.

Com’è come non è, all’inizio del secondo quarto ci troviamo sotto di nove in un bè.
Frazione tutta in salita. Ci riportiamo in superficie, ma appena respiriamo andiamo nuovamente sotto di otto punti. Bravo Marco che ci tiene vivi. Il gancio di Tito (2pt), e un appoggio da consumato pivot da parte di Tia (8pt), riportano i nostri in partita. Ancora uno sforzo di Teo e Tia e finiamo a meno due.

Buio totale nei primi tre minuti del terzo quarto sotto di dieci, e anche di quattordici. Ancora Marco, con uno splendido gancio e con un tiro da sotto, a farci annaspare poco sotto la linea di galleggiamento, a meno dieci. Fuori Piet (4pt) per cinque falli. Ancora Marco, ma non riusciamo riemergere. A forza di far ok col dito, il padre del 58, il dito, se lo sloga. L’ultima frazione ci vede partire con un handicap di dieci punti: 51-41.

Il gioco si fa rude. Fuori un avversario zoppicante, e fuori Rich (2pt) in braccio al Coach. Accanto a me una distinta signora elenca i santi del calendario che pare un boscaiolo dell’Agordino. Simo ce la mette tutta; Tia si getta a corpo morto su ogni palla; Tommi supera alcuni momenti di lieve disappunto; Tito, memore della reprimenda patita la scorsa settimana, regola tutti i conti prima della sirena con consumato mestiere (a referto unico con la fedina pulita). Ancora un gancio di Marco e uno di Teo e a 5’ dalla sirena siamo a meno 7. La tripla dei bianchi ci ricaccia indietro quando il tabellone dice che rimane un minuto e poco più da giocare.