Lunedì 12 gennaio 2015, con un solo allenamento all’attivo, i ragazzi di AsteriaTown si apprestano ad affrontare Magic Utah tra le mura amiche di un PalaBoccioni non gremito per l’occasione. Come si sa, la partita post-periodo natalizio nasconde sempre insidie (spesso rappresentate dalle tonnellate di cibo assunte tra pranzi di natale e cenoni di capodanno), ma coach K non tollera scuse: vuole vincere ed esige dai suoi una risposta fisica, tecnica e mentale all’intorpidimento della pausa.
DISPONIBILI: Riboni, Mancuso, Segatta, Oltolina, Camponogara, Fiorino, Turco, Reprima, Calcagno, Restucci, Callegari, De Vecchi.
INDISPONIBILI: Zablan (ancora problemi di tesseramento), Mantovani, Alghisi, Sangalli, Valeri (rientrato dal caliente Messico), Gastaldi, Monti, Casartelli, Sapienza.
STARTING FIVE: Restucci, Turco, Segatta, Riboni, Mancuso.
Che i nostri avversari fossero esperti e navigati è evidente sin da subito; che sarebbe stata una lunga serata, lo si scopre in seguito. Il primo quarto si apre con un mini parziale in nostro favore: i ragazzi in giallo attaccano in velocità la balbettante difesa a zona di Magic Utah, e portano il bottino di squadra a 6, a fronte dei soli 3 punti degli avversari. In difesa paghiamo la maggior stazza dei nostri antagonisti, autori di blocchi granitici al limite del regolare (tant’è vero che , sin da subito, numerosi vengono sanzionati come falli in attacco). Purtroppo per noi, la difesa a uomo di Magic Utah dura soltanto 3 giri di lancette: per cercare di contenere la maggior tonicità atletica dei ragazzi di Coach K, i 5 in blu decidono di inserire una zona 2-3 che durerà sino al 45esimo minuto, tirando un metaforico pugno nell’occhio ai concetti di “spettacolo”, “divertimento” e “Pallacanestro”. Gli effetti della zona si traducono immediatamente in un attacco piuttosto statico, che si sviluppa in un movimento palla di per se non troppo lento ma che fatica a selezionare buone scelte di tiro: il più delle volte, infatti, scegliamo di tirare dalla media, con percentuali piuttosto basse e rischi di rottura del ferro viceversa molto alti. In difesa continuiamo a tener botta agli avversari, lavorando bene sul lato debole e conquistando falli in attacco per blocchi irregolari; patiamo un po’ sui rimbalzi. Alla sirena parziale impietoso, 11-9.
I secondi dieci minuti sanciscono l’inizio di una sofferenza che perdurerà per tutta la partita, ovvero la nostra intolleranza alla difesa a zona (condita anche da urla degne del miglior mercato di Rabat, da parte dei nostri avversari) ma la capacità di supplire alla difficoltà offensiva con una buona difesa. Ci affidiamo sempre al tiro dalla media, muovendo anche bene la palla e trovando buone soluzioni, ma con una frequenza d’errore troppo alta per staccare Magic Utah e portarci in sostanzioso vantaggio. Da parte loro, gli azzurri cercano di buttarla sull'”esperta” bagarre fisica, irretendoci e costringendoci per lunghi tratti ad una sorta di “Non-Gioco”. Il primo tempo finisce 19-17 (8-8 il parziale, quasi da minibasket).
L’intero secondo tempo è sostanzialmente uguale al secondo quarto, con la differenza che perdiamo entrambi i secondi quarti di un punto (10-11 il terzo, 15-16 il quarto). Continua la difesa a zona di Magic Utah, così come continuano i nostri problemi al tiro. La partita si accende anche dal punto di vista fisico, con contatti ai limiti del regolamentare, e la tensione si alza notevolmente. Il nostro enorme errore è quello di smettere di giocare (per alcuni frangenti di partita) e cadere nelle provocazioni e nella bagarre fisica. Coach K decide di inserire la pressione a tutto campo, alternando il rientro 2-3 alla pura difesa a uomo. Se i punti concessi nel terzo rientrano nel nostro standard, i 16 del quarto periodo sono decisamente troppi, figli di distrazioni nella protezione dell’area e lentezza in alcune transizioni e rientri difensivi. Il parziale “elevato” del quarto quarto (elevato per la partita) deriva dal fatto che le difese si allunghino: il ritmo si alza e la gestione del pallone non risulta sempre essere perfetta, sia dall’una che dall’altra parte. Negli ultimi 40 secondi di gara, il punteggio è fissato sul 44 pari, con rimessa nella nostra metà campo difensiva in favore di Magic Utah (Dopo un pessimo possesso nostro, caratterizzato da 1vs1 giocato negli ultimi 5 secondi dell’azione). Ma gli Azzurri gettano al vento la possibilità di prendere l’ultimo tiro con una rimessa in gioco letteralmente scaraventata al versante opposto del campo, senza che nessuno tocchi il pallone; cambio rimessa in nostro favore, con Restucci che sbaglia sfortunatamente l’appoggio dopo una grande penetrazione.
Si va quindi ai supplementari, giocati in maniera coincidente al resto della partita, ai quali sopravviviamo grazie ad un canestro di Riboni, che fissa il punteggio finale sul 51-50 in nostro favore.
Partita orrenda, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista mentale. Troppo spesso siamo stati in balìa degli eventi e abbiamo cessato di giocare. La condizione fisica non era così arretrata come ci si poteva aspettare dopo la pausa natalizia, quella tecnica invece sì: tanti tiri approssimativi, palle perse in numero eccessivo per vivere la gara senza patemi e poca brillantezza nella gestione degli spazi; troppe, inoltre, le azioni personali risoltesi con tiri inguardabili. Nell’arco dei 45 minuti, qualche azione degna comunque è stata snocciolata, segno quindi che la prestazione è figlia di appannamento e non di involuzione. Inoltre, evento non trascurabile, i ragazzi in giallo sono riusciti a raddrizzare e a vincere una partita dall’esito tutt’altro che certo. Buona prova di Restucci, che ha tentato di mettere ordine nel caos pirandelliano.
Prossimo appuntamento contro Leoniana, formazione ostica ed esperta.
P.S. Alla luce dell’ultimo allenamento possiamo dirlo? Bentornato/Benarrivato Fabione.
TABELLINO: Riboni 11, Mancuso 4, Segatta 4, Oltolina 5 (1 da 3), Camponogara 2, Fiorino 6 (1 da 3), Turco 6, Reprima 2, Calcagno 4, Restucci 7.