Hocham! Belk! Si, la partita di oggi ricorda un po’ la storia delle Gallie, di Cesare e di quella piccola tribù che contro ogni ragionevolezza dava filo da torcere ai Romani.
I Tigers Milano U13 sono una grande squadra, un esercito organizzato. Ce ne sono di più forti, ma loro sono proprio una squadra. Giocano tutti ad un livello medio alto. Giocano, appunto: fanno schemi, fintano, marcano, la loro palla gira, raramente la perdono, spesso invece la intercettano e la rimettono in gioco velocissimi. Di 11 che erano oggi, 9 sono a tabellini (contro i 6 su 12 nostri). La rotazione per loro non è un problema. All’andata ci spiazzarono con quel +12 che fu un duro battesimo di stagione.
Stavolta i nostri U13 A sono entrati in campo preparati al loro destino, decisi a resistere all’esercito di Cesare e a riprendersi l’onore. Erano molto tesi e avevano paura. Loro lo sanno, sono una squadra sui generis, discontinua, che spesso pasticcia e le palle le perde, i canestri se li mangia e le rimesse le dà in mano all’avversario. Un gruppo che un momento assomiglia ad un meraviglioso esercito e un attimo dopo è solo una somma algebrica di performance individuali. Una famiglia che psicologicamente dipende molto dal suo lungo, il quale tecnicamente ha ancora tanto da imparare, ma è un guerriero grande e grosso che si butta nella mischia. Uno strano insieme di guardie e ali che si improvvisano palleggiatori e costruiscono, mentre i palleggiatori a tratti sono l’anima del gioco e a tratti sembrano indecisi sul da farsi. Una tribù dove capita che chi è meno alto salti quasi due volte la sua altezza su un rimbalzo o infili canestri pennellati da distanza.
Oggi questo branco atipico ha saputo tenere testa all’esercito dei Tigers. Come hanno fatto? Il fattore C. Ma non quello comunemente inteso. C come Cuore.
Il primo tempo parte con un testa a testa, poi le tigri avanzano un pochino, ma i lupi le riprendono e al fischio siamo 12 a 12.
I primi in classifica ora appaiono tesi e nel secondo tempo il loro allenatore fa un errore che pagherà caro: preoccupato per i falli, toglie dal campo il marcantonio che marcava strettissimo il nostro lungo. E lui ne approfitta a man bassa, si riorganizza coi compagni e al fischio il parziale è 25 a 18 per i Belk.
Dopo l’intervallo si torna a darsele di santa ragione (ora della fine uno dei nostri e due dei loro fuori per quinto) in un testa a testa in cui nessuno molla, ma i Belk strappano il vantaggio: 14 a 13 il parziale. Cediamo qualcosina solo nell’ultimo tempo (16 a 18 per le tigri), ma ci sta. Andiamo a casa con 67 a 61 contro i primi della classe.
Il fattore C, appunto. Oggi in campo ha vinto il cuore e la voglia di rivincita. Il cuore con cui i ragazzi hanno vinto finora 10 partite su 11. Lo stesso cuore che batteva forte a Zanrosso che col braccio al collo per il gomito che si è distaccato nella partita contro S.Pio è venuto a vedere i compagni portando uno striscione bellissimo. O a Santonastaso, che da settimane gioca col tutore al ginocchio e stringe i denti, o a Castoro, in prestito dal 2002, che ha dato un contributo fondamentale. O a Poma, che fino a ieri vomitava ma oggi ha giocato e segnato.
Si rassegnino i tecnici e quelli che di basket ne capiscono: non tentate di comprendere i disordinati, improbabili ma inarrestabili U13A. Il loro segreto è tutto nel loro grido di battaglia: Hocham! Belk!
Tabellini: Balzano 29, Cafaro, Castoro 12, Falciola, Gallizia L, Lori, Martoglia, Poma 4, Orombelli 4, Rabughino 4, Santonastaso 14, Varraso